L’innovazione tecnologica nei Patient Support Program

Esplorare le possibilità dell’innovazione applicata ai programmi di supporto al paziente, comprendere in che modo i nuovi strumenti digitali possano aiutare a migliorare la qualità di vita delle persone, sono le sfide del presente. Un primo premio per l’innovazione e ancora tanti traguardi da raggiungere.

Una piattaforma digitale che aiuta il paziente a seguire il percorso terapeutico e a migliorare la propria aderenza al monitoraggio della terapia. Un punto di contatto in più tra paziente e neurologo, un sistema in grado di facilitare il monitoraggio degli esami da parte dello specialista, è questa la proposta alla base di LemGo, il programma che si rivolge ai pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente, ritenuti idonei dal proprio neurologo.

E proprio a pochi giorni dalla settimana dedicata alla sclerosi multipla l’annuncio: il progetto, sviluppato da Sanofi Genzyme, divisione Specialty Care di Sanofi ed erogato da Healthcare Network Partners (HNP), ha vinto il premio “Innovazione in Sanità 2019” che la Fondazione San Camillo Forlanini offre ogni anno agli attori del mondo della sanità che sviluppano una proposta innovativa di alta qualità per l’assistenza al paziente.

LemGo è pensato per aiutare le persone con sclerosi multipla e i neurologi dei centri specializzati che li hanno in cura a migliorare l’aderenza al follow up, nel rispetto del Risk Management Plan (RMP), e la qualità di vita dei pazienti. Il PSP, completamente digitale, sfrutta le nuove possibilità offerte dalla tecnologia attraverso un servizio di remind che permette al paziente di rispettare gli appuntamenti per i controlli periodici e assicura la corretta trasmissione dei risultati degli esami al neurologo che lo assiste. Il PSP completamente digitale di LemGo sfrutta le nuove possibilità offerte dalla tecnologia

Innovare, ricercare e adattare le potenzialità offerte dal digitale al mondo dei servizi di supporto al paziente non è semplice, ma è fondamentale perseguire questo obiettivo per incrementare la qualità di vita delle persone aiutandole ad affrontare le difficoltà quotidiane nel modo più semplice e immediato possibile.

A raccontare in che modo un provider può affrontare questa sfida, lo stesso IT manager di HNP, Lorenzo Dina.

 L’innovazione tecnologica è in costante sviluppo, quanto è importante tradurre questa tendenza anche nel mondo dei Patient Support Program?

L’innovazione procede ad una velocità impensabile fino a qualche tempo fa e ci mette a disposizione strumenti, metodi e tecnologie maturi che sono ora facilmente accessibili sia in termini di diffusione che di costo. Tradurre la tendenza in componenti di servizio affidabili e applicabili anche ad un PSP è la mission della practice IT di HNP, creata nel 2018 per cogliere questa sfida. I PSP, se pur relativamente giovani, necessitano di un supporto sempre maggiore della tecnologia per ottimizzare i processi e la compliance, in modo da trasferire il maggior beneficio possibile al paziente che ne usufruisce.

In che modo un provider può aiutare un’azienda farmaceutica nel loro percorso di innovazione?

Il provider per la sua natura ha una struttura più snella di quella di un’azienda e per questo ha maggior libertà di azione nella sperimentazione e prototipazione su piccola scala di progettualità innovative. Dopo attenta validazione interna ed esterna le innovazioni possono essere scalate a vari livelli, inserite nei processi, introdurre vere e proprie piccole rivoluzioni in grado di abilitare servizi che diversamente rischierebbero di diventare obsoleti prima della loro introduzione nel mercato. Quando viene sposato quest’approccio il provider e l’azienda farmaceutica si sinergizzano a vicenda in una partnership dai benefici mutuali che hanno ricadute positive concrete sulla salute dei pazienti.

E il PSP LemGo in che modo si colloca nel concetto di innovazione di HNP?

L’innovazione è uno dei pilastri portanti di HNP e i continui investimenti nell’IT sono la dimostrazione tangibile di questo impegno. LemGo è il frutto di un lungo processo di progettazione partecipata tra i vari stakeholder, in un’ottica di scambio continuo e di ascolto che ha cambiato radicalmente le dinamiche classiche cliente – fornitore e ha introdotto più rapidamente, anche grazie ad una metodologia agile, le integrazioni necessarie a supportare i need raccolti sul campo durante il work in progress.

 Quale è la componente più innovativa di questo PSP?

LemGo è uno dei primi PSP digitali introdotti nel nostro Paese e il primo sviluppato da HNP per Sanofi Genzyme, divisione Specialty Care di Sanofi. Si occupa in modo innovativo di supportare i pazienti e i medici nel percorso di monitoraggio della terapia offrendo un sistema di remind e feedback multicanale dove ogni paziente può scegliere la modalità di contatto più vicina ai suoi bisogni. L’innovazione correttamente miscelata al contatto umano del nostro contact center fornisce il livello di servizio necessario a soddisfare la variegata demografia delle persone affette da Sclerosi Multipla.

Gli strumenti digitali a supporto dell’aderenza terapeutica


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“Cosa succede se mi dimentico di assumere il farmaco? E se sbaglio l’orario?” Le nuove tecnologie possono aiutare a migliorare l’aderenza terapeutica e l’awareness del paziente.

Sbagliare l’orario di assunzione della terapia per molti è una normalità. Tanti pazienti, in particolare quelli con malattie croniche, non assumono i farmaci prescritti con regolarità, senza rendersi conto che sottovalutare l’aderenza terapeutica può portare a conseguenze anche gravi.

Un sondaggio del 2017 dell’EngageMinds Hub Research Center dell’Università Cattolica di Milano, ha rilevato che, su un campione di 1.000 malati cronici, il 70% è risultato non aderente in maniera completa alla terapia.

La situazione dipende soprattutto dalla scarsa conoscenza che le persone hanno di queste tematiche. Infatti, molti pazienti italiani non sanno nemmeno cosa significhi aderire alla terapia e riconducono a questo concetto definizioni che sono parziali o completamente sbagliate. Alcuni, per esempio, associano erroneamente l’aderenza terapeutica alla reattività del corpo a una determinata cura.

Come si raggiunge l’aderenza terapeutica?

Schematicamente si può affermare che vi è aderenza terapeutica quando si effettua la prestazione terapeutica giusta, nel modo giusto, al momento giusto e al paziente giusto.

La prestazione terapeutica giusta

Per i pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie croniche, la gestione delle terapie concomitanti è molto complessa. Calendarizzare in modo dettagliato gli orari di assunzione con distanze temporali precise ed evitare di confondersi tra una terapia e l’altra, sono le principali difficoltà che portano molte persone a non avere una buona aderenza.

Il mondo del digitale può fornire ai pazienti degli strumenti che li aiutano ad assumere con regolarità tutti i farmaci che sono stati prescritti loro. Tra i device che rispondono a questo bisogno si menziona SimpleMed+ dell’azienda israeliana Vaica: un dispenser automatico di pillole che può essere programmato di settimana in settimana, dividendo i farmaci da assumere in massimo 4 momenti della giornata (mattino, pomeriggio, sera, notte). Nel caso in cui una persona si dovesse dimenticare si assumere il farmaco, riceverà un avviso, un sms sul proprio telefono o un’email. L’aderenza viene quindi registrata dal dispositivo e poi trasferita in un cloud sicuro che registra tutti i momenti in cui il paziente assume la propria terapia.

Nel modo giusto

Scarsa praticità delle modalità di assunzione del farmaco, difficoltà nel ricordare i procedimenti corretti da svolgere o ancora poca conoscenza in materia di aderenza terapeutica portano i pazienti a commettere degli errori a volte anche gravi.

Proprio per aumentare l’awareness e l’engagement delle persone, come suggerito in Intervention to improve medication adherence, vi sono diverse possibilità di intervento.

Una di queste è la legata all’uso di dispositivi che consentono al paziente di avere accesso a veri e propri video educazionali fruibili in qualsiasi momento. Per esempio, il prodotto Capsuled di Vaica è una scatola digitale in cui all’interno, oltre alla terapia da dover assumere, è presente uno schermo interattivo attraverso il quale il paziente può accedere a veri e propri video tutorial sulla corretta assunzione e somministrazione del farmaco.

In aggiunta all’educazione tramite video, Capsuled permette al paziente di contattare direttamente il provider del patient support program con un semplice touch dello schermo.

Al momento giusto

Per ricordarsi di assumere la terapia al momento opportuno, un supporto utile può essere dato dai reminder che sempre più spesso sono integrati nei dispositivi utilizzati nel mondo dell’healthcare. Vibrazioni, progressioni sonore, luci lampeggianti, sms e telefonate aiutano le persone a rispettare le tempistiche terapeutiche.

Anche il device Capsuled ha integrata la funzione di promemoria per l’assunzione del farmaco. Se il paziente assume la terapia in tempo, questo dato viene immediatamente registrato, altrimenti la persona viene contattata tramite sms, email o chiamata telefonica.

Oltre a ricordarsi di assumere con regolarità la terapia, è fondamentale anche tenere monitorato lo stock di farmaco, nonché valutare le tempistiche di consegna e le modalità di trasporto dello stesso. Capsuled ha inserito una funzione che aiuta i pazienti a ricordarsi dell’approvvigionamento del farmaco tramite un apposito promemoria o avvisa il provider nel caso in cui sia incluso anche un servizio di consegna domiciliare.

Al paziente giusto

La maggior parte delle strumentazioni offerte per la cura del paziente, il suo follow-upe il suo engagement devono essere impostate sulla base delle necessità e delle attitudini dello stesso. Anche nel caso dell’aderenza terapeutica, la chiave per l’ottenimento dei risultati migliori è la possibilità di personalizzare gli strumenti che supportano il paziente.  Proprio per questo motivo, il prodotto Capsuled è un dispositivo basato sulla personalizzazione. Attraverso lo studio della User Experience, analizzando le esigenze dei cluster di pazienti e costruendo vere e proprie personas, è possibile offrire uno strumento che risponda alle differenti esigenze di differenti gruppi di pazienti.

Self Reporting

Come viene monitorata l’aderenza terapeutica? Tanti tentativi sono stati fatti per aiutare le persone ad annotarsi i momenti di assunzione, ma non tutti hanno funzionato. Il diario terapeutico cartaceo, per esempio, è un supporto fondamentale per chi ha una scarsa alfabetizzazione tecnologica, ma non sempre è la migliore soluzione da offrire. Spesso viene compilato in modo affrettato poco prima della visita, con informazioni parziali e basate sul ricordo e non sulla registrazione puntuale. Un modo pratico per valutare l’aderenza del paziente alla terapia, è proprio il self reporting. L’auto-segnalazione, per quanto soggetta a intrinseche problematiche di sopravalutazione, è molto utile allo scopo. In modo particolare, se questa venisse coadiuvata dall’aiuto della tecnologia, porterebbe a risultati ancora più dettagliati e puntuali. Un ausilio in questo senso viene offerto dal device Capsuled che raccoglie automaticamente i dati relativi a ogni assunzione dei farmaci e tramite la connettività interna 4G li scambia con la piattaforma cloud a cui è collegato, in tempo reale. A seconda della patologia può diventare anche un punto di raccolta informazioni provenienti da altri dispositivi come ad esempio una bilancia o un glucometro ed è fondamentale per aiutare il medico a tenere monitorati in tempo reali i risultati del percorso di cura. In questo modo soluzioni innovative e focalizzate possono essere impostate velocemente.