LA CULTURA DEL FEEDBACK: INTERVISTA A BARBARA GALLI
La cultura del feedback è un complesso di idee, conoscenze e comportamenti che stimolano la crescita in più direzioni veicolando l’idea di interazione e scambio, non di gerarchia. Diffondere una cultura del feedback in azienda significa promuovere la libertà di azione, di ascolto e di parola costruttiva per tutti riconoscendo la responsabilità dei singoli e dando a ciascuno gli strumenti necessari per osservare e regolare gli effetti delle loro azioni. Ne abbiamo parlato con Barbara Galli, Talent & performance advisor, PCC Coach ICF Certified, esperta di intelligenza emotiva, EQ Educator.
Fare riferimento al feedback in senso positivo o negativo è un luogo comune, perché invece è corretto parlare di feedback di riconoscimento o miglioramento?
Il termine miglioramento porta con sé apertura al futuro, costruzione, possibilità, dinamismo, responsabilità (sempre intesa come capacità di agire del singolo). Migliorare significa fare qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto, per avere un impatto maggiore. Chi non vorrebbe, tramite un feedback, avere l’opportunità di essere più efficace? Diverso è se il feedback che diamo è negativo. Il termine rimanda a un evento giudicato senza dare un’opportunità di revisione. Il feedback non è e non deve essere un giudizio, anche perché i nostri giudizi sono influenzati dalla nostra percezione della realtà, motivo per cui sono parziali e possibilmente distorti se non vengono discussi, in ottica di scambio di feedback e adattamento reciproco, con il nostro interlocutore. Che dire invece del feedback di riconoscimento rispetto al feedback positivo? Se riconosco qualcosa al mio interlocutore metto in primo piano l’altro e non me stesso e il mio giudizio, quindi offro l’opportunità di espressione all’altro (che è il reale protagonista) di commentare e di scoprire magari qualcosa a cui non aveva pensato nel suo agire. Le parole che usiamo danno forma ai nostri pensieri che influenzano le nostre azioni.
Una cultura aziendale orientata al feedback richiede cambiamenti nelle pratiche manageriali e organizzative. In che modo si possono implementare e mettere in pratica?
Costruire una cultura del feedback richiede tempo e non è certo un processo lineare ed esente da ripensamenti e cambi di direzione. In termini di impostazione manageriale, tutto questo significa promuovere comportamenti di leadership in cui il responsabile sia il primo a chiedere feedback ai propri interlocutori, spinto dalla curiosità di comprendere i meccanismi che governa e che è chiamato a guidare e promuovendo, al tempo stesso, un clima di engagement e fiducia.
ll feedback è cruciale per il successo del Management By Objectives (MBO) ovvero di quell’approccio di gestione aziendale che definisce gli obiettivi comuni suddividendoli in goal individuali. Perché?
Mettere in atto un MBO significa seguire passi precisi, definendo gli obiettivi aziendali e individuali e monitorando i progressi. La cultura del feedback arricchisce di valore le fasi di monitoraggio degli obiettivi, che diventano non solo momenti di comprensione dello scostamento rispetto al goal, ma anche (e soprattutto) un’occasione per comprendere insieme come aggiustare il tiro per massimizzare l’impatto. È fondamentale, in questo senso, che il feedback diventi una pratica costante orientata al miglioramento del benessere personale e organizzativo, che permei la maggior parte dei momenti della vita aziendale: di scelta, di snodo, di difficoltà, di relazione, di celebrazione.