Essere un infermiere di home therapy ai tempi del Coronavirus: la storia di Alessandro
Nonostante l’infermiere domiciliare non sia in prima linea (tra i reparti di malattie infettive e terapie intensive) nella “lotta al covid”, si trova di fronte a una grande battaglia da combattere: gli spetta il compito di continuare ad assistere sul territorio pazienti ad alta complessità assistenziale – che in questo momento più che mai, mostrano, in aggiunta alle difficoltà gestionali e alla cronicità della situazione di base, la paura di poter contrarre il virus.
Un virus che, potrebbe determinare esiti infausti per la salute di questi pazienti che si trovano in una condizione di base già precaria.
In questo momento i contatti all’interno di situazioni ospedaliere o ambulatoriali sono fortemente limitati e sconsigliati, di conseguenza l’infermiere domiciliare diventa ancora di più il punto di riferimento per coloro ai quali è garantita questo tipo di assistenza.
L’infermiere domiciliare si occupa perciò, oltre che dell’assistenza infermieristica di base, di supportare psicologicamente pazienti e familiari e di promuovere un’azione informativa e formativa, che miri alla sensibilizzazione delle pratiche alle quali attenersi perla prevenzione ed il controllo dell’infezione da Covid-19.
Tra i vari aspetti trattati nell’azione informativa, di fondamentale importanza risulta la parte relativa l’utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale) quali mascherine chirurgiche, che devono necessariamente essere utilizzate dal personale infermieristico che si reca a domicilio, ma anche dal paziente e dai caregivers; al fine da promuovere un’azione di protezione bidirezionale.
Spesso l’infermiere domiciliare si trova a fronteggiare situazioni in cui i propri utenti sono spaventati e hanno paura che chi eroga l’assistenza a domicilio possa essere vettore per la trasmissione del virus, essendo lo stesso a contatto con numerosi pazienti e rispettive famiglie.
Anche in queste situazioni, per quanto spiacevoli, il ruolo dell’infermiere è quello di tranquillizzare il paziente con professionalità e illustrare le misure di prevenzione che vengono attuate con e per ogni paziente; al fine di evitare la possibilità che i pazienti o i loro familiari rifiutino l’assistenza, con importanti ripercussioni sullo stato di salute del singolo e su tutto il sistema sanitario.
Questa emergenza sanitaria sta determinando una forte prova per la sanità pubblica e per chi ha scelto di prestarvi servizio.
Le azioni svolte da tutto il personale medico e infermieristico arricchiranno il bagaglio esperienziale di ciascun professionista, che continuerà a metterlo in campo anche quando l’emergenza sarà finita.