Essere un fisioterapista domiciliare ai tempi del Coronavirus: la storia di Fausto
Ho capito con pienezza l’importanza del nostro lavoro di fisioterapisti domiciliari ancor di più in questi tragici giorni che stiamo vivendo per questa pandemia dovuta al Covid-19.
Attraversando città e paesi vuoti, mentre mi dirigo dai miei pazienti, percepisco la solitudine che poi ritrovo dentro quasi tutte le case. Il mio lavoro è diventato un punto di riferimento terapeutico non solo per il corpo, ma anche per lo spirito del paziente.
Noi fisioterapisti domiciliari abbiamo dovuto imparare a lavorare in maniera diversa, seguendo tutte le precauzioni necessarie riguardo l’utilizzo dei DPI, per la nostra protezione e sicurezza e per quella dei nostri pazienti.
Entrando nelle loro abitazioni dobbiamo vincere il timore d’incontrare contagiati e, cosa più importante, dobbiamo trasmettere alle persone che ci aprono la loro casa la sicurezza di cui hanno bisogno. Apriamo le imposte per fare entrare aria pulita, con cortesia invitiamo i parenti a tenere la dovuta distanza e a mettere la mascherina nel rispetto del protocollo previsto.
Fare fisioterapia in questo momento è complesso: il paziente è preoccupato di svolgere una terapia che richiede la manipolazione degli arti, spesso dolorosa e che si basa sul contatto. Quel contatto è un grande gesto di fiducia di entrambe le parti: dei miei pazienti e anche mia.
Il ruolo di noi operatori domiciliari d’altronde è fortemente basato sulla fiducia: il fisioterapista rappresenta il cordone ombelicale che lega il paziente alla guarigione, per questo soprattutto in tempi complessi come questi, il nostro compito è quello di assistere con professionalità e massima sicurezza.
Ormai da tempo sono entrato nelle vite dei miei pazienti e spero tanto di poterli aiutare a preservarsi da questa pandemia.
Con umiltà e spirito di sacrificio continuo il mio lavoro quotidiano, augurando per me e i miei pazienti che quanto prima si ritorni alle normali abitudini.